Vitorchiano: fedele alleato di Roma e custode di un Moai
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Vitorchiano: fedele alleato di Roma e custode di un Moai

Sono capitata per caso nel borgo di Vitorchiano, scoprendolo come uno dei più belli d’Italia. Il centro storico di questo paese è tra i meglio conservati della provincia di Viterbo e si trova ai piedi dei Monti Cimini.

 

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Vitorchiano ha origini etrusche, fu un avamposto romano, territorio longobardo e già nell’anno Mille si presentava come lo scopriamo oggi, un borgo arroccato sulla rupe tufacea e cinto da mura merlate e torri sul lato sud mentre nel restante perimetro, protetto dalla rupe.

 

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L’aspetto urbanistico medievale e rinascimentale è ottimamente conservato: torri, vicoli, piazzette, fontane e fontanili, punti di belvedere, chiese, arredi, palazzi antichi creano un luogo con un fascino particolare.

 

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Il paese di Vitorchiano è accogliente e si muove lento, è valorizzato dalla cura delle sue stradine e dal restauro delle vecchie case in pietra grigia, il peperino, ornate con balconi o pianerottoli fioriti…i giardini in vaso!

 

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Peperino in fiore

 

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In onore di questa pietra vulcanica lavorata fin dall’epoca etrusca, il paese di Vitorchiano si veste a festa e celebra questo materiale ornando tutto il paese di fiori e composizioni floreali originali e bellissime.

 

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Vitorchiano: la città più fedele a Roma

 

Proprio durante la festa del Peperino in fiore, ci siamo ritrovati, casualmente – spinti dalla ricerca di un luogo dove mangiare – in questo paesino per poi scoprire che Vitorchiano è l’unico paese al mondo che ha potuto fregiarsi del titolo S.P.Q.R..

 

Nel 1232 i Viterbesi si impadronirono del paese e lo devastarono. Giovanni Annibaldi fortificò il borgo con nuove mura che resero Vitorchiano praticamente imprendibile, i Vitorchianesi però non sopportarono il suo governo.

 

Quando ormai al senato romano apparve evidente che Vitorchiano era perduto a causa della politica poco lungimirante, avvenne un fatto straordinario: i Vitorchianesi fecero atto solenne e formale di sottomissione a Roma.

 

Il Senato Romano a questa notizia nominò Vitorchiano “Terra Fedelissima all’Urbe”, le riconobbe ampie esenzioni fiscali, le consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R., di fregiarsi della Lupa Capitolina e di usare il motto

 

Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum.

Il privilegio più importante fu rappresentato dall’onore di fornire gli uomini per la guardia capitolina. Essi furono denominati “Fedeli di Vitorchiano”. Questo privilegio è stato costantemente esercitato da Vitorchiano dal 1267 fino ai nostri giorni. Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nei costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti, nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma.

 

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La città di Roma conferisce un appannaggio annuale a Vitorchiano tratto dalle imposte comunali che serve a retribuire la Guardia tra i cui compiti c’è anche quello di suonare le particolari trombe romane, dette clarine, in occasione delle principali manifestazioni pubbliche ufficiali, che proprio per questo motivo sono dette tradizionalmente “le clarine di Vitorchiano” e a Roma la frase “suonare le clarine” è divenuta proverbiale e sta a significare chiamare a raccolta il popolo per la lotta.

 

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A Vitorchiano l’unico Moai fuori dall’Isola di Pasqua

 

L’unico Moai fuori dall’Isola di Pasqua esistente al mondo si trova a Vitorchiano!

 

Il Moai di Vitorchiano non è antico: è stato scolpito nel 1990 da undici indigeni Maori dell’Isola di Pasqua, in occasione di un “gemellaggio” culturale. Poiché gli originali Moai dell’isola di Pasqua si stanno deteriorando, la RAI si adoperò per scovare una pietra vulcanica simile a quella delle cave dell’Isola di Pasqua per poterne costruire uno nuovo.

 

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La trovò proprio a Vitorchiano: un enorme blocco di peperino del peso di trenta tonnellate. Fu scolpito, con asce manuali e pietre taglienti, da undici indigeni maori della famiglia Atanm, provenienti dall’isola di Rapa Nui (Cile).

 

“Il Moai – spiegarono i costruttori dopo aver danzato intorno al blocco di peperino che a poco a poco prendeva forma – è una scultura sacra: porta prosperità al luogo che osserva, a patto che non venga mai spostato. Se viene mosso dal punto in cui viene scolpito, provoca grandi sciagure.”

 

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Il sito della città: http://www.comune.vitorchiano.vt.it/

 

 

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